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Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilij Tridentini restitutum. Et Pij V pont. max. iussu editum, Venetijs – ex Bibliotheca Aldina, 1574. BIBLIOTECA SEMINARIO VESCOVILE DI VICENZA

 

IL CONCILIO DI TRENTO

Prima del Concilio Tridentino, nella Chiesa latina, esistevano innumerevoli libri liturgici che, osservando consuetudini locali territoriali e particolari (ordini religiosi, confraternite, ecc.), presentavano molte forme rituali della Celebrazione eucaristica. Pur conservando la stessa struttura celebrativa, i libri differivano leggermente nella disposizione consequenziale delle parti della Messa, per l’uso di formulari e preghiere tipiche.

Nell’ultima fase del Concilio di Trento (1545-1563), nel tentativo di promuovere una maggiore unità tra i fedeli, i padri del Concilio di Trento, nella XXV sessione, stabilirono che fosse redatto un nuovo, unico Messale.

 

Il Messale Tridentino

L’apposita commissione nominata da Papa Pio IV (1559–1565) e rivista dal suo successore Pio V (1566–1572) era composta da esperti che consultarono diligentemente i codici presenti nella Biblioteca Vaticana e le edizioni correnti del Messale, raccolsero e studiarono antichi libri provenienti da varie Chiese locali e considerarono gli scritti dei Padri della Chiesa. 
Questa Commissione preparò l’edizione che, munita dalla bolla pontificia Quo primum tempore, 19 luglio 1570, fu pubblicata con il titolo Missale Romanum ex Decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, Pii V. Pont. Max. iussu editum. Questo Messale è conosciuto come «Messale tridentino» o «Messale di san Pio V». 

 

Nella bolla “Quo Primum”, il papa Pio V scriveva: Affinché poi questo Messale sia ovunque in tutta la terra preservato incorrotto e intatto da mende ed errori, ingiungiamo a tutti gli stampatori di non osare o presumere di stamparlo, metterlo in vendita o riceverlo in deposito, senza la Nostra autorizzazione o la speciale licenza del Commissario Apostolico, che Noi nomineremo espressamente nei diversi luoghi a questo scopo: cioè, se prima detto Commissario non avrà fatta all’editore piena fede che l’esemplare, che deve servire di norma per imprimere gli altri, è stato collazionato con il Messale stampato in Roma secondo la grande edizione, e che gli è conforme e in nulla ne discorda […].” Il testo dell’editio typica di Pio V è stato ristampato in varie edizioni iuxta typicam pubblicate negli anni immediatamente seguenti, per esempio quella degli eredi di Aldo Manuzio, a Venezia, nel 1574.

Al Museo Diocesano di Vicenza, nella mostra dedicata alla Storia dei Messali Romani dal 1300 al 2020, è esposta proprio una copia di questi testi veneziani del 1574.

La dicitura “Bibliotheca Aldina”, riportata nel frontespizio ci riconduce ad una stamperia famosa. Le “aldine” erano i libri stampati a Venezia dallo stampatore e umanista Aldo Manuzio, che operò dal 1495 al 1515. Dopo la sua morte, il 6 febbraio 1515, il suocero Andrea Torresano e i due cognati continuarono l’attività dell’officina tipografica fino alla maggiore età dei suoi figli. Per bellezza e rarità tali edizioni sono paragonabili alle aldine in senso stretto. La tipografia Aldina cessò l’attività dopo la terza generazione, con Aldo Manuzio il Giovane, nel 1590.

Il testo del Messale Romano del 1574 è corredato di accuratissime stampe e di capolettera decorati  che rendono preziosa l’edizione.

Alla mostra presso il Museo diocesano è esposto anche Messale Plenario del 1300, che riporta il calendario liturgico con le feste  della Chiesa vicentina, scritto con inchiostro nero e rosso e decorato da preziose miniature.

A Koinè il 26 ottobre alle ore 9.45 è previsto un convegno dedicato alla terza edizione del Messale Romano. 

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