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Linee interpretative e di progettazione - Gli atti del convegno

Nonostante la sua importanza per la vita del cristiano, oggi il battesimo rischia di non essere più così evidente nel suo significato a partire dalla sua forma rituale e dall’architettura del suo luogo celebrativo.

Nella storia il battesimo si è celebrato in modi diversi pur sempre coinvolgendo la realtà dell’acqua nella quale l’uomo veniva immerso. «Chi è nato a questo fiume sarà santo», così termina l’iscrizione posta sul battistero di San Giovanni in Laterano a Roma.

Nel tempo alla presenza dell’acqua si unisce anche il modo della sua presenza che specifica il segno.

Il luogo privilegiato per lo studio dei sacramenti è l’edificio sacro nel quale si celebra l’actio liturgica. Per il battesimo occorre guardare al battistero e al fonte e lasciarsi condurre dai gesti e dalle parole del rito.

La sfida affascinante è quella di riflettere sull’importanza di una specificazione dell’arte e dell’architettura per la liturgia del sacramento che i padri definivano «tomba e grembo» perché nel fonte «muore l’uomo vecchio» e per la Pasqua di Cristo «rinasce l’uomo nuovo».

L’architettura dei luoghi del battesimo quale immagine del sacramento comunica e manifesta? Considerando che lo stesso rito del battesimo si articola in luoghi distinti, con i relativi percorsi, che devono essere tutti agevolmente praticabili. Quale collocazione dare al fonte nella progettazione delle nuove chiese o negli adeguamenti liturgici? In che modo la sua posizione e i percorsi verso esso e a partire da esso potranno essere non solo funzionali, ma anche chiaramente simbolici e per questo capaci di manifestare un’esperienza di accoglienza, di passaggio e di missione?

Il Convegno è stato organizzato in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e l’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, l’OAPPC di Vicenza e il Collegio Geometri di Vicenza.

CEI - UFFICIO NAZIONALE, CEI – UFFICIO LITURGICO, PER I BENI CULTURALI E NAZIONALE L’EDILIZIA DI CULTO

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