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1300-2020. MESSALI IN TERRA VENETA

In continuità e ideale apertura alla Città dei temi di studio e approfondimento di Koinè Ricerca 2020, il Museo Diocesano di Vicenza organizza una interessante Mostra nei giorni della Manifestazione.

Nei primi tre secoli cristiani non esistevano formulari liturgici scritti, per cui i sacerdoti celebravano l’Eucaristia formulando essi stessi le preghiere con una certa creatività. Non tutti erano in grado di elaborare testi per la celebrazione, per cui, dal IV secolo in poi furono fissati per iscritto i testi per l’uso liturgico. Le preghiere per la celebrazione dell’Eucaristia e per l’amministrazione degli altri sacramenti trovarono una loro sistemazione organica negli antichi Sacramentari, accanto ai quali sorsero i libri dei canti (Graduale) e quelli che descrivevano le azioni liturgiche (Ordines).

Un passaggio importante fu una fusione di tutti questi libri in uno solo, dando vita al cosiddetto Messale “plenario” che riuniva insieme tutto ciò che serviva per la celebrazione eucaristica che passò ad essere un’azione in cui unico ministro era il sacerdote celebrante. Il Messale plenario più conosciuto fu quello usato dalla Curia romana, nel XIII secolo, che ebbe una grande diffusione.

Con la prima edizione a stampa, realizzata a Milano nel 1474, il Messale Romano – comunemente ritenuto come il capostipite dei Messali che confluiranno nell’edizione romana del 1570 –, si diffuse rapidamente nell’ambito della cristianità, favorendo il moltiplicarsi delle edizioni, e con esso il diffondersi anche delle imprecisioni e degli errori.

I Padri del Concilio di Trento, che conoscevano bene questa difficile situazione, si preoccuparono, di provvedere ad una nuova edizione del Messale, la cui edizione apparirà nel 1570, divenendo obbligatoria per tutta la Chiesa cattolica. Nel periodo tra il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano II vi furono numerose edizioni e ristampe del Messale, tra le quali quelle “tipiche” avvennero nel 1604, con Clemente VIII, nel 1634 con Urbano VIII, nel 1884 con Leone XIII, nel 1920 con Benedetto XV e nel 1962 con Giovanni XXIII.

Con l’approvazione della Sacrosanctum Concilium, il 4 dicembre 1963, si diede avvio alla riforma del Messale e degli altri libri liturgici, i cui primi frutti si ebbero nel 1970, quando, a distanza di quattro secoli esatti dal Messale riformato secondo i criteri del Concilio di Trento, fu pubblicato il Messale del Vaticano II, edito per l’autorità di Paolo VI. La prima traduzione del Messale Romano in lingua italiana fu pubblicata nel 1973, mentre la seconda vide la luce dieci anni dopo, ovvero nel 1983, testo tuttora in vigore, in attesa di poter usufruire della nuova traduzione.

La mostra, allestita nelle sale al piano terra del Museo Diocesano Vicenza, vuole offrire una panoramica di quanto sopra proposto attraverso testi originali che testimoniano non solo la storia del Messale ma anche l’estrema attenzione nelle decorazioni e l’abilità artistica di stampatori e incisori.

Saranno esposti anche Messali di due riti presenti in Italia: il rito ambrosiano e il rito patriarchino. Quest’ultimo sarà usato nel patriarcato di Aquileia (Vicenza era suffraganea di Aquileia) fino al 1596.

L’ingresso è gratuito.

Per informazioni:
MUSEO DIOCESANO VICENZA,
Piazza Duomo 12, 36100 – Vicenza.
Tel. 0444/226400;
email: museo@vicenza.chiesacattolica.it.